Viaggio al centro della Terra
Si sa i classici non passano mai di moda; vale per tutto: per i vestiti, per le macchine, per la musica e anche per i libri.
Certo tutto ciò che è legato alla creatività, alle emozioni, alle passioni, ai sentimenti è sempre in continuo divenire; non è possibile mettere un limite o una fine alla parte cerebrale dell’uomo e quindi è giusto e normale indossare abiti sempre all’ultima moda, guidare auto di nuova generazione, ascoltare emergenti tonalità musicali e leggere romanzi di autori a noi contemporanei.
Ma il passato c’è, c’è stato, ha vissuto e ha fatto in modo che noi fossimo ciò che siamo oggi e quindi, a mio avviso, non bisogna relegarlo nel dimenticatoio, nella stanza delle cose vecchie e passate, ma coltivarlo e ogni tanto ritirarlo fuori per capire un po’ come gira il mondo.
Proprio per tutte queste considerazioni ho deciso di riaprire la libreria dei classici di casa mia e rimettermi a leggere testi che sono ben chiari nella mia memoria del passato e che ora ho voglia di riportare a galla.
Ho cominciato con un classico della letteratura per ragazzi – sì, sono tornata alla mia adolescenza e forse anche prima – Viaggio al centro della Terra di Jules Verne.
Ragazzi, che viaggio fantastico. Ho fatto un vero e proprio tuffo nel passato sotto ogni punto di vista. Avevo quasi dimenticato il modo di scrivere degli autori ottocenteschi – le loro descrizioni, il linguaggio utilizzato. E poi la fantastica avventura vissuta dai protagonisti: calarsi nelle viscere della terra per raggiungerne il suo centro. Che cosa ci si può aspettare da una prova del genere? Di tutto, foreste di funghi giganti, oceani sotterranei immensi, abitati da creature marine mitiche ormai estinte; dinosauri; uomini preistorici che si sono ricreati un loro mondo.
Jules Verne ha ancora la capacità di far sognare e di condurre il lettore in un viaggio straordinario che, non per nulla, ha ispirato anche molte pellicole cinematografiche.
Ho, come si suol dire, scoperchiato il vaso di Pandora e non ho alcuna intenzione di tornare indietro.
Indovinate che cosa sto leggendo ora? Ventimila leghe sotto i mari, of course.