Via delle camelie, Barcellona
Dell’ambientazione di un romanzo vi abbiamo parlato qui e qui.
Oggi vi voglio raccontare di un romanzo in cui l’ambientazione la fa da padrone, Via delle camelie, della scrittrice catalana Mercè Rodoreda.
Le opere di Rodoreda sono caratterizzate dalla forte impronta di Barcellona; il capolavoro La piazza del diamante è ambientato nel quartiere di Gracia, che la scrittrice ben conosceva dalla sua infanzia. È stato però mentre leggevo Via delle Camelie che ho sentito più forte il legame tra scrittura e sfondo, quasi che la città avesse assorbito i sentimenti, le emozioni della protagonista.
“Mi lasciarono in via delle Camelie” sono le parole che segnano l’incipit del romanzo e già lasciano il segno: una indicazione geografica che si unisce a una indicazione biografica.
Scorrono poche pagine, scorre l’infanzia di Cecília Ce, e mentre si scopre la passione della protagonista per le fughe da casa, si scopre la città, la si esplora con gli occhi dell’infanzia: le indicazioni sono semplici ma toccanti, un giardino con le ortensie fiorite… un uccello bianco, un viale largo con gli alberi da una parte e dall’altra.
Piano piano i luoghi cominciano ad avere un nome, il Passeig de Gràcia, la Diagonal, il Tibidabo. I passaggi della vita si legano alle vie attraversate: via Verdi segna il passaggio dall’infanzia alla giovinezza, quando Cecília si trucca per la prima volta; la Rambla è il luogo della sua prostituzione; via Mallorca rappresenta l’illusione dell’amore.
Anche quando una strada, un quartiere non sono nominati, questi vivono della vita di Cecília, della sua inquietudine che la porta a camminare senza meta e a volte senza sosta, della sua malinconia che le rende triste il volto, degli incubi che le rendono un inferno le notti.
Barcellona si fa Cecília che la attraversa nelle sue vie e nelle sue piazze, si veste dei suoi panni e si adombra, diventa specchio di una anima che cerca, e che non trova. E noi lettori respiriamo i miasmi di questa anima perduta, e imbocchiamo vie, risaliamo strade, scendiamo pendii, anche noi preda di una angosciosa incertezza.
Alla fine del libro, quando una fiammella sembra riscaldare un poco il cuore di Cecília, abbiamo percorso Barcellona a piedi e siamo ritornati in via delle Camelie, davanti a “una cancellata piena di piante di camelie”.
Ogni luogo attraversato è un’emozione e con queste possiamo scrivere la mappa della biografia di Cecília Ce.