Una giornata in campagna
Domenica abbiamo passato una splendida giornata nella campagna lombarda, saziandoci con la vista, Morimondo, e poi anche con il palato, Cascina Lasso.
Morimondo è un piccolo paese tra le province di Milano e Pavia ed è famoso per la sua bellissima abbazia cistercense del XII secolo. La chiesa presenta già dei tratti dello stile gotico, vedi la volta a crociera ogivale, mentre il rigore dei monaci e il loro pragmatismo è ben presente nelle linee pulite e senza ornamenti dell’intero edificio, proprio a simboleggiare come la preghiera non abbia bisogno di orpelli e che l’unico modo per essere più vicini a Dio è il lavoro e l’abnegazione.
Per Morimondo passano alcuni sentieri che, sia per gli amanti della passeggiate sia per chi ha solo voglia di passare una giornata diversa, potrebbero risultare interessanti: il sentiero Europeo E1, il sentiero delle cinque chiese, il sentiero del Giubileo.
Il sentiero europeo E1, però, è quello che mi ha colpito di più.
Fu voluto da Georg Fahrbac, fondatore della F.E.E, Associazione Europea Escursionismo, che presentò il progetto dei primi due itinerari, E1 ed E5, il 2 luglio del 1972 a Costanza.
L’E1 parte dal nord Europa e, passando per diversi paesi dell’Europa centrale, arriva sin sulle coste italiane. Tra i comuni che incontra c’è anche quello di Morimondo. La cosa mi ha molto colpito, perché l’idea che ci sia un sentiero che abbraccia tutto il Vecchio Continente e che io lo stavo solcando mi ha fatto riflettere sul fatto che siamo parte di un insieme ampio ed eterogeneo e la sensazione è stata di immensa condivisione.
Noi, ovviamente, ne abbiamo percorso un piccolissimo tratto, inoltrandoci tra i campi coltivati, fontanili, piccoli boschetti oltre che incontrare diverse cascine, che in qualche modo danno una nota di colore e movimento all’intero paesaggio. A un certo punto mi è parso quasi di tornare indietro nel tempo, al tempo delle mondine e dei carretti carichi di braccianti di ritorno dalla faticosa giornata.
La Cascina Lasso sarebbe potuta essere il luogo di rientro di molti di questi contadini. Classico edificio posto su quattro lati, con una zona completamente adibita a stalle e magazzino di attrezzi e materiale di vario genere, un’altra ristrutturata per dare spazio al ristorante e un’altra grossa parte ancora completamente da ristrutturare ma che ci ha dato bene l’idea di come dovesse presentarsi l’intero edificio ai primi del Novecento – L’albero degli zoccoli, il film, potrebbe aiutarvi a visualizzare meglio ciò che sto dicendo.
Qui abbiamo pranzato in un clima cordiale e rilassato, assaporando cibi tanto cari alla nostra tradizione culinaria lombarda. Abbiamo cominciato con una serie di antipasti: salumi, formaggio quartirolo accompagnato da una marmellata di cipolle, cotechino con purea di zucca, torta salata di verdure, involtini di verza su un letto di sugo al pomodoro e parmigiano. Risotto allo zafferano, salsiccia e rosmarino e ravioli di magro, rigorosamente fatti in casa, al burro e salvia componevano i due primi; mentre il roast beef cotto al vino e le patate al forno è stato il secondo. I dolci casalinghi hanno chiuso il cerchio: crostata con frutti rossi, torta di mele rustica, quadrotti al cioccolato serviti con una crema inglese e panna cotta. Ci siamo alzati sazi, soddisfatti e in pace con il mondo intero.
La giornata si è conclusa con i bambini rapiti dai diversi animali presenti in cascina e un’ultima passeggiata tra i campi, così da imprimere l’immagine di un mondo che noi crediamo ormai lontano e passato, ma che di fatto non lo è e per questo dobbiamo ringraziare le tante persone che ancora questo mondo lo preservano.
Per chi ha ancora voglia di conoscere le proprie radici e non solo.