Quando Kurt Cobain era un alieno
Quando ero adolescente ascoltavo i Nirvana.
Me le ricordo le serate a casa della mia migliore amica, a letto sotto le coperte, una cuffia per uno ad ascoltare questa musica abbagliante, la voce di Cobain che ci graffiava la pelle e ci diceva che avevamo ragione a essere incazzate, che era giusto, che anche lui dall’altra parte del mondo – anche se era solo Seattle – si sentiva così. In realtà io ho vissuto un’adolescenza piuttosto tranquilla, ho bevuto come tutti, ho vomitato sulle scarpe del mio fidanzato che mi era venuto a recuperare al locale dove io ero uscita con altri come tutti, ho rubato la macchina dei genitori della mia amica per scorrazzare in riviera e tornare alle sette della mattina, pensando che dormissero. Come tutti. O almeno credo.
Il punto è che non ero incazzata. Non avevo nulla per cui essere incazzata. Quando ero bambina ero molto più incazzata, perché mi sentivo diversa, ma ho capito molto presto che quegli anni a sentirmi diversa mi sarebbero serviti e che sarebbero stati terreno fertile. E, quando l’ho capito, sono stata felice, non ho avuto bisogno di altro.
Ma quando sentivo la voce di Kurt percepivo distintamente la nostalgia del paradiso da cui proveniva, perché lui ai miei occhi era un angelo caduto. Non aveva niente di umano. E io soffrivo per lui, mi arrabbiavo per lui, gridavo con lui.
Speravo di poter essere diversa come lui, ma la mia diversità non aveva nulla a che fare con la sua. Io avevo due genitori che mi amavano, i suoi probabilmente lo tolleravano e basta. Lui aveva cominciato a frequentare molto presto la scena musicale grunge mentre io cantavo nel coro della chiesa della mia scuola. Non c’era gara.
Quando ero un alieno parla di questa diversità che affonda le sue radici nell’infanzia di Cobain. Ed è proprio sugli anni di formazione che si concentra la graphic novel pubblicata da Edizioni BD. Sono gli anni che precedono il successo planetario di Nevermind, gli anni in cui il giovane Kurt incontra altri alieni come lui e insieme cambiano la storia del rock.
I tratti sono puliti, il bianco e il nero vengono congelati da questa patina azzurra che tutto avvolge, anche i sentimenti. La documentazione di Danilo Deninotti e Toni Bruno è stata meticolosa e attenta, ricca di aneddoti e curiosità.
Uscito nel novembre del 2013, giusto in tempo per ricordare i vent’anni di Unplugged, Quando ero un alieno celebra anche il ventesimo anniversario della morte di Cobain, avvenuta nell’aprile del 1994.
Ieri sarebbe stato il suo 47esimo compleanno.
Auguri Kurt, mio angelo caduto.