Principe di Galles
Eccomi di nuovo qui a raccontarvi di un romanzo che ho appena finito di leggere. Principe di Galles di John Williams, edito da Scritturapura.
La prima cosa che colpisce del libro è la copertina, un uomo seduto che indossa una giacca principe di Galles. Di primo acchito ti viene da pensare che il romanzo tratterà del principe, oppure che avrà a che fare con l’aristocrazia britannica. Niente è più lontano dalla vera trama, e la cosa viene confermata direttamente dall’editore sull’aletta, ma tanto è che il libro ormai lo hai in mano, ti ha incuriosito e intrigato e quindi lo acquisti. Uno a zero per Scritturapura.
Ma a mano a mano che però leggi il romanzo capisci che comunque quell’immagine di copertina tanto lontana dalla trama non è, e anzi per molti aspetti è proprio la rappresentazione di ciò che stai leggendo. Altro punto a favore della casa editrice.
Ormai vi ho incuriosito abbastanza e scommetto che volete sapere di che accidenti parla Principe di Galles. Ebbene Principe di Galles è un vecchio cinema situato nel cuore di Cardiff, in cui si intrecciano le storie di uomini e donne del presente e del passato. Ma soprattutto è la protagonista del libro, Bobby, lesbica e pappona, ad avere un legame negativamente speciale con questo luogo.
So che cosa state tutti pensando: dato che ho appena detto che Bobby è una lesbica pappona il romanzo sarà sicuramente molto crudo sia nella trama sia nel linguaggio, e avrà al suo interno degli strani intrecci sordidi. Insomma quasi un romanzo per stomaci forti o comunque per gente che ama un certo tipo di letteratura, particolarmente realista dove nulla è lasciato all’immaginazione. Anche qui vi devo smentire, perché nulla di tutto ciò è presente nel testo.
Qui entra in gioco la maestria degli scrittori inglesi, in questo caso gallese, che come pochi altri sanno parlare del disagio sociale, così come di argomenti scabrosi e fuori dai canoni classici della vita quotidiana, in maniera leggera ma disincantata, con un linguaggio mai volgare, ma che comunque ha il giusto registro per poter descrivere in maniera esaustiva l’atmosfera che serpeggia tra i personaggi. Insomma è come se il tanto famoso aplomb inglese fosse presente anche nelle penne degli scrittori anglosassoni e loro, istintivamente, ne facessero ampio uso per descrivere la loro gente e le loro storie.
Inoltre, noto sempre che gli autori d’oltremanica di ogni situazione riescono a rivelarne anche l’aspetto più romantico e delicato e a metterci di fronte anche all’altro risvolto della medaglia, Bobby ne è un esempio: dalle prime righe del romanzo ci viene subito da pensare a lei come a una donna cinica e focalizzata solo sulle proprie esigenze. Invece, andando avanti nella lettura si scopre una persona fragile, con molti scheletri nell’armadio e molte situazioni irrisolte che hanno bisogno di venire a galla ed essere condivise. E questo è un elemento che troviamo a diversi livelli declinato anche sugli altri personaggi.
Per chi ama la Gran Bretagna, i suoi pregi e i suoi difetti, il suo popolo tranchant/aristocratico, la sua musica e molto altro, questo è il libro giusto.