Penguin – sorridete, siamo inglesi
Penguin è una delle principali case editrici del mondo. Pubblicano di tutto, letteratura alta, commerciale, non fiction, libri per bambini… di tutto di più. Io direi che sono autorevoli ma non autoritari, nel senso che forse grazie al pinguino che li rappresenta pur essendo Editori seri non hanno aria seriosa.
Ne è prova il logo stesso, un simpatico pinguino, che negli anni si è anche modernizzato nel disegno. Il pinguino ha un’aria elegante, formale, con quel suo abito scuro, ma è anche uno degli animali più buffi del creato, si muove goffo e genera moti di divertita tenerezza in chiunque.
Alla Penguin lo spirito di questo pinguino permea il modo di fare editoria e soprattutto di comunicarla. Basta guardare alle copertine. Ne guardo una e penso: ecco, è così che vorrei lavorare. Sono cose così che vorrei realizzare.
Qualche esempio:
Ogni copertina viene studiata in base al titolo. Si osa, si gioca con la grafica, ogni lavoro è una sfida, che si tratti di un classico o di un contemporaneo. Non si ha paura di essere irriverenti nei confronti dei grandi della letteratura, non si teme di essere originali nel proporre nomi contemporanei. Anzi, si deve essere originali, perché non c’è spazio nel mercato per chi vuole omolagarsi, o c’è uno spazio tanto ridotto che non può durare.
La letteratura e il design si sposano da Penguin in un matrimonio felice che dura da anni. E alla base di un unione tanto riuscita ci sono il rispetto e la fiducia. Il design rispetta il libro, e il libro si fida del design e del suo modo di comunicare con l’intelligenza e il gusto del lettore, con l’istinto che ti fa prendere un libro in mano ed esaminarlo. Magari per acquistare qualcosa che con una copertina banale non avresti mai comprato.
E alla base di tutto questo studio, secondo me, c’è quell’atteggiamento tutto inglese di fare le cose seriamente senza prendersi mai troppo sul serio. Quello humor che permette a una regina di lasciarsi portare all’inaugurazione delle Olimpiadi su un elicottero scortata da un affascinante James Bond/Daniel Craig, stupendo il mondo con un’autoironia che ci ha fatto tutti ribaltare dal ridere e ce l’ha fatta amare, quella vecchietta impettita che non abbiamo mai visto sorridere.
This is style, dudes. Quella cosa che o ce l’hai o non ce l’hai.
Sorridete, siamo inglesi.