Norvegia – itinerario nella regione dei fiordi
A Oslo c’è una piazza che, pur vista solo in foto, mi ha suggerito un piacevole pranzo all’aperto: si chiama Christiania Torv, è molto antica e dunque circondata da edifici storici, ci sono tavolini all’aperto, e vasi di fiori.
Nell’itinerario di viaggio che ho creato vi giungo dopo aver visitato Akershus Slott, il bellissimo castello medioevale che sorge in posizione predominante sull’Oslofjorden; e prima di proseguire per Bygdøy, la zona residenziale che attira cittadini e turisti per il paesaggio suggestivo e i numerosi musei (tra quelli che mi interessano di più il Vikingskipshuset, la casa delle antiche navi vichinghe). Sembra che sia molto piacevole girare per la città in bicicletta, e se ne può facilmente affittare una!
Se piove, cambio di programma: mi rifugio in uno dei numerosi musei. Ma una visita a Damstredet non me la perdo neppure sotto l’acqua. Si tratta di un quartiere di costruzione abbastanza recente (la prima metà del 1800), che è riuscito a mantenere intatta tutta la sua magia: le strada sono piccole e strette, fiancheggiate da case di legno con curati giardini. Qui si respira genuinità e immagino come debba apparire durante l’inverno, con le vie bianche di neve e, all’interno delle abitazioni, il camino acceso e il profumo di legno.
E ora via lungo la strada E18 che conduce a sud, attraverso la regione più soleggiata del paese. Prima tappa a Kristiansand, per una passeggiata a Posebyen, un tempo quartiere dei militari di stanza in città: ora le case sono state restaurate e conservano un discreto fascino dei tempi passati. Mandal vanta una splendida spiaggia di sabbia candida, Sjøsanden, e Lindesnes (a più di 2500 chilometri di distanza da Capo Nord!) è il punto più a sud della Norvegia continentale – sapete che sono fissata con i punti cardinali, no? – e ha un bel faro. Guardando le immagini viene voglia di pianificare un pernottamento: qui non è possibile ma grazie all’ente del turismo norvegese ho scoperto che alcuni fari sono prenotabili, ecco la lista.
Nella regione del Vestlandet, i fiordi sono sovrani. La scelta di quali andare a conoscere è stata difficile, perché ognuno sembra vantare una particolarità, e la voglia di una immersione nella natura e panorami mozzafiato è tanta.
Il Lysefjord si può visitare in battello oppure ammirare dall’alto della famosa roccia pulpito, Preikestolen, il cui accesso è però riservato ai turisti più allenati. Poi ci si può rilassare a Stavanger, magari alloggiando in una delle case bianche di Gamle Stavanger. Le opportunità di alloggio in Norvegia sono molteplici, dall’hotel al bed and breakfast, passando per gli alloggi privati e le hytte, i rifugi di montagna. I siti turistici dedicati alla Norvegia e alle sue diverse regioni consentono di farsi una idea precisa dell’offerta di alloggio più adatta. E mentre nelle grandi città è preferibile la comodità di un hotel centrale oppure dell’affitto di un alloggio privato, in mezzo alla natura ci si può concedere il relax di un bed and breakfast o di una piccola casetta, semplice ma dotata di tutti i comfort.
Per giungere a Bergen, 170 chilometri più a nord, ci si può affidare alla combinata auto-traghetto (qui le strade finiscono spesso ai moli d’imbarco!) oppure preferire un giro più lungo e tortuoso (ma non meno affascinante) costeggiando i fiordi.
Bergen è famosa per aver fatto parte della Lega Anseatica e per essere stata la capitale della Norvegia. L’idea è quella di visitare il quartiere marittimo, Bryggen, mangiare street food acquistato al mercato del pesce, usare la funicolare per giungere al monte Fløyen e da lì ammirare il panorama. Per proseguire la visita, le alternative sono numerose, tra l’acquario cittadino, il museo all’aperto che illustra la vita della città nel passato e la dimora del compositore Grieg (si chiama Troldhaugen, ossia collina dei troll, che qui abitavano, secondo una leggenda).
L’itinerario mi invoglia a sperimentare uno dei mezzi di trasporto consigliati per la Norvegia, la ferrovia. Numerose sono le tratte che si possono sfruttare, e si potrebbe visitare l’intero paese grazie alla combinazione di ferrovia, nave e autobus: per avere una idea delle alternative, date una occhiata qui, qui e qui.
La Flåmsbanen, tra Flåm e Myrdal, è lunga appena 20 chilometri ma supera un dislivello di più di 800 metri. Si trova nei pressi del Sognefjorden, il più lungo dei fiordi norvegesi e ricco di diramazioni. Lo immagino punteggiato di case colorate, quelle tipiche gialle e rosse che si vedono nelle fotografie turistiche. Chissà se il silenzio che si percepisce in queste immagini fatate è reale… Ecco, mi viene voglia di sedermi e guardare: mi sembra che gli occhi non debbano mai averne abbastanza.
Più a nord c’è il Geirangerfjorden, il terzo e ultimo scelto per questo itinerario. Dichiarato patrimonio dell’Unesco, è il posto giusto per lasciarsi tentare da qualche nuovo sport e per provare la pesca al salmone. Poiché mi piace e lo cucino spesso, sono curiosa di gustare le ricette del posto, anche perché il cibo è sempre un buon modo per accostarsi a una cultura: questo viaggio sarà una scoperta anche in questo ambito.
Lasciato il fiordo, la prossima tappa tocca uno dei punti che immagino più suggestivi: Trollstigveien, la strada dei troll, undici tornanti che… è meglio non soffrire di vertigini! Si finisce ad Åndalsnes, capolinea di una altra ferrovia mozzafiato, la Raumabanen, che potrebbe diventare parte di un altro viaggio. Una delle particolarità che ho notato nel tracciare questo itinerario è la possibilità di infinite deviazioni, il gran numero di collegamenti possibili, che potrebbero portare ben lontano da dove si era immaginato di andare.
Lasciata l’intimità dei fiordi, il mare si spalanca davanti ai nostri occhi. Ålesund è una città liberty: fu infatti ricostruita, dopo un devastante incendio all’inizio del 1900, secondo i dettami dello stile in voga all’epoca. In certe foto che ho ammirato, sembra ammantata di una luce blu. La Atlanteravsveien, la Strada Atlantica, regala otto chilometri di guida spericolata tra Molde e Kristiansund. Lungo questo tratto di costa spazzato da frequenti burrasche, curve ardite e ponti sospesi la fanno da padroni.
200 chilometri (attenzione: in Norvegia i tempi di percorrenza sono più lunghi di quelli a cui noi siamo abituati, non solo per la particolare conformazione del territorio ma anche per il severo codice stradale in vigore) e si arriva a Trondheim, l’ultima tappa e punto di arrivo del cammino di Sant’Olav, che raccoglie le numerose strade, in tutta la Scandinavia, che sono legate al culto di questo re e santo. La cattedrale, Nidarosdomen, fu costruita proprio sopra la sua tomba. Ma la città sembra far convivere diverse anime: è sede di una vivace università e di una residenza reale, Stifsgården, che merita una visita.
La strada del ritorno è sempre venata di malinconia. Vi propongo tre alternative: intraprendere il viaggio a piedi, seguendo proprio il tracciato del cammino di Sant’Olav verso Oslo; imboccare la E6, che percorre il cuore del paese (per spezzare il viaggio una sosta potrebbe essere fatta a Lillehammer), acquistare un biglietto delle ferrovie norvegesi (la Dovrebanen collega Trondheim alla capitale).
L’itinerario descritto – che richiede un minimo di 18 giorni – può essere percorso anche in camper. In questo caso, poiché in Norvegia si può sostare liberamente in tutto il paese, le possibilità di godere dei panorami e della natura incontaminata si amplificano.
E per coloro che amano i viaggi slow si potrebbe giungere dall’Italia percorrendo l’Europa centrale in 3 giorni circa e facendo soste mirate: Rothenburg ob der Tauber, in Germania, e Billund in Danimarca (la patria del Lego), sono due esempi. La Danimarca è collegata alla Norvegia con diverse linee di traghetti e alla Svezia con il ponte di Malmo.
Per creare l’itinerario ho consultato l’ente del turismo norvegese attraverso il sito (www.visitnorway.com/it) e il materiale gentilmente fornitomi; Le Guide Mondadori – Norvegia; numerose cartine stradali.
Pronti? Si parte!