Non la solita torta alle carote
Questa settimana sul blog vorrei lasciarvi la ricetta di una torta alle carote un po’ particolare.
Non so perché, ma solo con le carote mi ha sempre convinto poco; ne ho fatte diverse, ma non mi hanno mai soddisfatta completamente nel gusto finale. Magari qualcuno di voi ha la ricetta della torta di carote perfetta – se così è, passatela, che mi cimento anche io.
Un giorno, nel mio peregrinare su Internet, mi imbatto in questa ricetta e bam! Ho capito che avevo trovato ciò che cercavo e ho anche pensato “Ecco che cosa mancava!” . Una piccola modifica, però, l’ho fatta, altrimenti non ci trovo gusto.
Bando alle ciance, andiamo alla ricetta.
Non la solita torta alle carote
300gr farina 00
70gr farina di mandorla
300gr carote grattuggiate e prive di acqua
150gr zucchero semolato
3 uova
90ml olio di mais
20ml latte di mandorla
2 cucchiai composta di mele cotogne
cannella
una bustina di lievito per dolci
sale
Prima di tutto preparate le carote: lavatele, grattuggiatele e mettetele in un colino così che perdano tutta l’acqua che ancora hanno all’interno. Montate le uova con lo zucchero, a questa crema aggiungete l’olio, il latte di mandorla e il sale, montate ancora. A questo punto, nell’ordine, incorporate: carote grattuggiate, farina 00, farina di mandorla, lievito e cannella. Amalgamate bene il tutto e solo alla fine aggiungete i due cucchiai di composta di mele cotogne. Io cuocio questa torta in uno stampo scanalato da budino, quindi i tempi di cottura sono un po’ più lunghi rispetto a se la cuocessi in un stampo classico per torte con un diametro di 26 centimetri. Quindi, se usate il mio stampo, infornate a 180°c e cuocete per 45/50 minuti, poi abbassate il forno a 170°c e cuocete per ancora una decina di minuti – ma come sempre controllate, ogni forno è diverso da un altro. Se utilizzate uno stampo classico i tempi dovrebbero essere leggermente più corti.
Accompagnate una fetta di questa torta alle carote insolita con La fattoria degli animali di George Orwell: il mondo è un caleidoscopio di caratteri e modi di essere, tanto che all’apparenza potremmo apparire un po’ tutti uguali, dopo un’analisi più approfondita ci si accorge che non è così.