Il mestiere di scrivere

Sapete bene come noi di TheyLab amiamo le parole. Non si tratta, però, solo di una passione viscerale. No, noi con le parole ci lavoriamo, ne abbiamo fatto il nostro mestiere. E non uso la parola “mestiere” a caso.
Non solo, noi di TheyLab nutriamo un amore profondo anche per i libri, un amore che non è solo passione, ma anche comprensione, proprio come in un rapporto di coppia, o in qualsiasi rapporto che preveda affetto e stima e sentimenti. Non si tratta, però, solo di questo. No, noi con i libri ci lavoriamo, ne abbiamo fatto il nostro mestiere. E anche qui, non uso la parola “mestiere” a caso.
Quello che intendo dire è che quando si parla di scrittura e libri e letteratura, abbiamo un atteggiamento professionale. Per scrivere l’aletta di un romanzo, o revisionare un romanzo, o valutare un manoscritto ci mettiamo sì la passione, ma ci mettiamo anche la professionalità. No, non preoccupatevi, non è una sviolinata per esaltare i servizi che offriamo. È uno sfogo, perché non ne posso più del fatto che chiunque creda di poter fare il mio lavoro solo perché non è analfabeta.
Nella nostra cultura, nel sentire comune, leggere e scrivere per lavoro… semplicemente non è considerato un mestiere, ma una specie di hobby retribuito, che quindi chiunque può fare. Quindi si ricevono consigli, suggerimenti e anche lavate di capo da parte di chi, in realtà, questo lavoro non saprebbe nemmeno da che parte iniziare a svolgerlo, da parte di chi quel lavoro non è nemmeno interessato a capirlo.
È un po’ come se io mi improvvisassi architetto o interior designer solo perché ho una gran passione per l’arredamento, l’architettura e il design. Ho una bacheca Pinterest che sta a dimostrare quanto posso perdere la testa per una bella casa… ergo sono un’esperta e potrei fare il lavoro di un architetto. C’ho le prove! Ma vi pare? No, certo che non vi pare. Non mi affidereste la costruzione della vostra casa, ci scommetto. E avete ragione.
Se consiglio un divano o un lampadario a un’amica, non significa che posso scivere Architetto davanti al mio nome sul campanello.
Invece, se si scrive un testo qualsiasi (sempre migliorabile, ma ben fatto, adeguato alle esigenze specifiche, perfetto seppur perfettibile) c’è sempre qualcuno che si permette di giudicare secondo il proprio gusto. Ma scrivere non è una questione di gusto. E per giudicare l’efficacia di un testo non si deve partire dal proprio sentire, perché potremmo non essere il target di riferimento. Sollevate dubbi, ponete domande. Parliamone pure, ma non venite qui a svilire la professionalità di chi ha fatto della parola un mestiere: il mestiere di scrivere.
E se porto delle sneaker ai piedi, non indosso tailleur e non cammino impettita, non significa che sono ancora al liceo.
E ora, per farmi perdonare questo sfogo di cui siete vittime innocenti, vi consiglio un libro: La sovrana lettrice, di Alan Bennett, edizione Adelphi:
“Ma qualcuno l’avrà pure ragguagliata, Maestà?” “Certamente” disse la regina, “ma ragguagliare non è leggere. Anzi, è l’esatto contrario. Il ragguaglio è succinto, concreto e pertinente. La lettura è disordinata, dispersiva e sempre invitante. Il ragguaglio esaurisce la questione, la lettura la apre.”
Enjoy!
Commenti
Antonella scrive:
Che bello sfogo, Cri! E quanta passione nel difendere il diritto al rispetto, per una professione così importante e qualificata come la vostra! Si “sente” che ne soffri …Il problema è che ai nostri giorni di veri “esperti in materia” ce ne sono veramente pochi: i più sono semplici appassionati … apprezzabili per l’impegno ma in parecchi casi, pur sempre improvvisati!
Cristina Cigognini scrive:
Grazie Antonella, mi sento di dire che di professionisti bravi ce ne sono parecchi. Il problema è che a volte non c’è la persona giusta al posto giusto, e spesso chi ha al professionalità non ha potere di decisione.