La memoria dell’acqua
Vi è mai capitato di voler partecipare a qualcosa, ma riuscite sempre ad arrivare tardi? A me capita spesso, soprattuto se si tratta di concorsi dove in qualche modo si mette in discussione la mia capacità, la mia bravura a fare una determinata cosa. Tipo fotografare.
Ecco perché ho ancora nel computer queste foto, che non avevo mai postprodotto prima di oggi. Le ho scattate per partecipare a un concorso fotografico che aveva come tema l’acqua. Perché non ho presentato la mia? Be’, non lo so. Di certo perché dovevo aspettare qualche mese, prima di farlo, e poi me ne sarò dimenticata. Non perché non ci tenessi, sia inteso. Forse il subconscio respinse l’idea della competizione. Ci si potrebbe scrivere una storia. Anzi, ho appena deciso che lo farò.
Comunque eccolo qui, il reportage dell’acqua, che a ben guardare racconta anch’esso una storia. O forse ne racconta tante. Di certo il suo movimento è accompagnato da una voce e mostra e nasconde qualcosa sullo sfondo. Questa è un’acqua che canta per divertire i bambini che ha spesso attorno e per ricordare i caduti che quella statua nuda sullo sfondo rappresenta. L’acqua canta, e non dimentica mai la propria canzone.