L’ABC della fantasia
Imparare l’ABC significa imparare le basi, le fondamenta di un sapere.
L’ABC sono le prime lettere che un bambino apprende, le prime che lo introducono a quegli incastri di suoni che producono le parole, parole che compongono frasi, frasi che si uniscono in pagine, che fanno testi, che fanno a loro volta romanzi, lettere d’amore, bigini di storia o semplicemente liste della spesa.
Gli abbecedari mi affascinano perché contengono in sé le potenzialità dell’incompiuto, che non intendo come ciò che è cristallizzato nella sua mancanza, ma come ciò che si deve ancora compiere. Gli abbecedari rappresentano l’origine di tutte le parole, le materie prime ancora immacolate, non manipolate. Hanno in sé il candore e la purezza di ciò che è unico e basta a se stesso.
Vi propongo qui alcuni Abbecedari che mi hanno colpito per la loro qualità grafica, per il loro significato storico e sociale o perché sono semplicemente belli. E va bene così.
Partiamo subito con un pezzo da novanta:
L’abbecedario città di Alessio D’Ellena dedicato a Milano, edizioni Corraini
Il secondo è l’abbecedario di Anna Kovecses una designer che ha illustrato 44 lettere dell’alfabeto ungherese per la figlia Rebeka, partendo proprio da ciò che lei amava. Lo potete acquistare su Blurb.
L’abbecedario dei mestieri invece veniva adottato sui banchi di scuola tra il ’55 e il ’59. Io l’ho trovato qui e lo trovo bellissimo.
E infine ABC lettere e fantasia, l’abbecedario di Ilaria Faccioli, graphic designer per Feltrinelli, Salani, Hearst Magazine e altri che ha creato un mondo delicato e sospeso, attingendo all’immaginario infantile di ognuno di noi con uno stile unico e immediatamente riconoscibile.