Istruzioni per un’ondata di caldo

 Istruzioni per un’ondata di caldo

“Istruzioni per un’ondata di caldo” di Maggie O’Farrell (Guanda) l’ho comprato in un secondo e l’ho letto d’un fiato, ma appena finito non riuscivo a staccarmene.

L’autrice ha l’affascinante capacità di buttarti subito dentro la storia; in poche pagine sei amica, sorella, madre dei personaggi; nello stesso tempo non sai nulla di loro, ma sei catturato dai pochi indizi seminati tra le righe, tutti ingredienti sapientemente dosati e regalati al lettore, ognuno al momento giusto. Così, non ti resta che voltare pagina e avidamente leggere per scoprire di più.

O’ Farrell ha un’altra dote che rende assai particolari i suoi libri (vi consiglio di leggere anche La mano che teneva la mia): sa mescolare in maniera originale passato e presente.

In questo romanzo, gli eventi sono scanditi in tre giornate, le quali sono a loro volta fotografate da diversi ambienti: si tratta per la maggior parte di interni, che ben rappresentano la condizione di chiusura dei protagonisti, la loro angoscia. Solo l’ultima è vissuta all’aperto: le emozioni sono ormai sul punto di esplodere.

Nella prima giornata, O’Farrell presenta il fatto su cui ruoterà la vicenda, e i personaggi: scatta subito una istantanea e poi tira fuori le foto-ricordo. In questo modo il passato si insinua tra le maglie del presente senza che il lettore quasi se ne accorga, il pensiero scorre fluido tra i diversi piani spazio-temporali, senza stacchi grafici o coniugazioni verbali differenti ad avvertirci che ci si è avventurati altrove. E’ una sorta di flusso di coscienza, o meglio, è la memoria che parla, come se fossimo seduti a sorseggiare un tè, pescassimo foto da una scatola piazzata in mezzo al tavolo e cominciassimo a raccontare.  

Questo stile raggiunge in queste pagine una raffinatezza assai seducente, non solo per il lettore che desidera leggere un bel libro ma anche per chi lavora con la parola: l’aspirante scrittore potrà imparare e sarà stimolato a trovare modalità espressive alternative; il giornalista e il redattore si meraviglieranno di come tanta semplicità nasconda in realtà un lavoro stilistico assai complesso.

E poi O’ Farrell è una grande conoscitrice delle dinamiche familiari, che in questo libro vengono sviscerate da mano chirurgica, ma guidata dal pathos: di grande realismo e struggimento la descrizione dei legami familiari, sempre in equilibrio precario su quel sottile filo teso tra il senso di appartenenza a uno stesso nucleo (il ventre materno che ci ha nutriti) e la necessità di allontanarci per diventare adulti (rappresentato dallo sbattere della porta di casa dietro di noi). 

Una ultima considerazione che desidero condividere riguarda la scelta del titolo, legata a un evento climatico che ha caratterizzato l’estate del 1976: una incredibile ondata di caldo abbattutasi sull’Inghilterra. Ogni capitolo-giornata è accompagnato dalle note della “Ordinanza contro la siccità” emanate in quella specifica occasione. Un modo per unire micro (il momento in cui la vita dei protagonisti del libro viene drasticamente sconvolta)  e macro cosmo (la storia inglese del XX secolo).  

 

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