Una storia indimenticabile

 Una storia indimenticabile

“Pio pio cipcirrì spunta il sol e nasce il dì…”

Oggi vi racconto una storia:

Tric trac è una gallina di latta, che un giorno fa un uovo, e da quest’uovo esce Robbi, che invece è un pulcino vero. Ma Tric Trac non è in grado di nutrirlo, perché lei, quando ha fame, si dà la carica, come si fa con una sveglia. Allora esorta il pulcino ad abbandonarla, ad andare alla ricerca di una chioccia che gli faccia da mamma. E Robbi va, va e torna: ha trovato un pollaio con una mamma che ha un sacco di pulcini, ma vuole che anche Tric Trac stia con loro. Anche se è di latta è sempre la sua mamma. 

E così Robbi e Tric Trac si trasferiscono nel pollaio. Tric Trac si occupa di suonare la ninna nanna a tutti e, in cambio, Robbi può sfamarsi nella ciotola di Quattordici, il pulcino che si assume anche il compito di istruirlo alla vita, perché lui è assai sgamato, mentre Robbi non sa nulla del mondo. 

Solo che Quattordici non ha gran buonsenso e un giorno si caccia nei guai, e con lui Robbi, che da buon amico lo segue sempre. E’ proprio Robbi ad avere la peggio e a rimanere imprigionato nella trappola della volpe Caterina, che ovviamente se lo vuole mangiare. Sentendo il pianto disperato dell’amico, che teme di non poter più rivedere la sua mamma, Quattordici torna a casa ad avvertire Tric Trac che, poiché è una gallina di latta, non solo riesce a salvare il figlio da una triste sorte, ma dà anche una bella lezione alla volpe golosa.

La storia della gallina Tric Trac fa parte di quei ricordi che mi commuovono e mi cullano nel dolce tepore dell’infanzia. Di questo audiolibro Mondadori degli anni Settanta è ormai rimasta una flebile voce, perché la cassetta si sente solo tenendo premuto di continuo il tasto play. So che ogni volta, ahimé, potrebbe essere l’ultima, e allora centellino gli ascolti a quelle giornate così grigie che sento proprio il bisogno che “spunti il sol…” 

Quando il nastro della cassetta si romperà, si spezzerà anche uno dei fili che mi legano ancora all’infanzia. Sono piccoli, sottili, e mi tirano prepotentemente all’indietro quando la memoria viene sollecitata da qualche ricordo, da una ninna nanna, un cartone animato, una canzone, una parola, un luogo (ormai lo avrete capito, io sono quella dei ricordi: i ricordi che mi portano indietro e insieme mi fanno scattare in avanti. Perché, per me, un ricordo non è mai solo nostalgia, ma desiderio di ritrovare, riscoprire, far scoprire).

Ognuno dei protagonisti della storia ha una bellissima voce, assai caratterizzata, e le musiche sono create in modo che ciò che non si vede (il paesaggio, le emozioni) sia colto attraverso le varie modulazioni sonore. Con un audiolibro la fantasia poteva volare e immaginare personaggi e ambiente a proprio piacimento. Io, per esempio, ho sempre pensato che la casa della zia Caterina, la volpe, si trovasse alla fine di un pendio in campagna (Robbi ci arriva rotolando…), dove spesso i miei genitori mi portavano a passeggiare e a correre. E mi raffiguravo Robbi e Quattordici come pulcini neri, e non perché pensassi al brutto anatroccolo, semplicemente il giallo non mi piaceva.

“Pio pio cipcirrì spunta il sol e nasce il dì…” è il primo pezzo di una delle filastrocche che punteggiano la storia e gioca sulla incapacità del piccolo Robbi di far un bel chicchirichì. Poi c’è la filastrocca delle vocali (e qui la memoria vacilla, ma forse iniziava così: “Anche per noi animali, cinque son le vocali…”). Da bambina le canticchiavo sempre. Me ne stavo seduta in auto con il mangianastri (una parola d’altri tempi) in grembo e ascoltavo e riascoltavo. Avevo altre due cassette, quelle definitivamente perse: “Il giro del mondo in 80 giorni” e “La strabomba” (di questa storia, che ho scoperto essere del pedagogista Mario Lodi da poco scomparso, non ricordo assolutamente nulla, purtroppo).

Ho fatto un po’ di ricerche in rete e ho scoperto che la storia di Tric Trac è nata dalla fantasia di un famoso regista, Guido Stagnaro, che lavorava per la TV dei ragazzi, negli anni Cinquanta e Sessanta (tra le altre cose, è stato anche l’inventore del Topo Gigio).  Sembrerebbe che di storie ce ne fosse più di una e che in tv andasse in onda la versione cartone animato con pupazzi assai buffi.

trictrac_immagine

 

Dunque è il momento del mio appello: qualcuno di voi ha mai ascoltato “Le storie della gallina Tric Trac”? Ha mai avuto quella cassetta verde e bianca? Se sì, aspettiamo i racconti delle sue emozioni, dei suoi ricordi. Ah, e qualcuno ha visto anche il cartone animato? Si ricorda di altre storie, oltre a quella che vi ho raccontato?

Intanto ecco il link a youtube, dove, per fortuna, ho trovato una riproduzione audio della storia.

Adesso non devo più temere che il filo si spezzi!

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