Cose che ho scoperto sul partire
Oggi ho scoperto delle cose sul partire.
Ho scoperto che più so più mi sembra di non sapere.
Ho scoperto che se la strada che vedi davanti a te ti sembra lunghissima, non ti preoccupare, quella che non vedi è sicuramente di più.
Ho scoperto che per partire basta mettere un piede dopo l’altro.
Ho scoperto che le cose che sembrano più semplici richiedono in realtà molto coraggio.
Ho scoperto che, nel momento di partire, tenere qualcuno per mano può fare la differenza.
Ho scoperto che il luogo in cui ti trovi, anche se non ti piace, anche se non ti ci senti a casa, può costituire un ottimo punto di partenza.
Ho scoperto che, quando viaggi, navigare a vista può essere considerato un atto creativo. Perché ti porterà sempre a una meta che non ti aspetti.
Ho scoperto che non importa se le persone con cui viaggi prendono strade secondarie. Se la direzione è quella giusta, vi rincontrerete.
Ho scoperto che tutte le strade portano al mare, e qualcuna in montagna.
Ho scoperto che non so leggere le mappe. E nemmeno le bussole. Forse le indicazioni stradali [torna al punto 7]
Ho scoperto che quando passi dal via non è vero che ti danno ventimila lire. Ma è vero che ti senti un idiota per aver fatto lo stesso percorso di prima.
Ho scoperto che, quando viaggi al buio, se canti ti viene coraggio.
Ho scoperto che non è importante la meta ma il viaggio. Però, per onestà intellettuale, la meta ogni tanto dovrebbero almeno fartela vedere.
Ho scoperto che tenere lo sguardo a terra forse non ti aiuterà a orientarti ma arricchirà di molto il tuo cammino. Perché a volte i particolari battono il panorama al tie-break.
Ho scoperto che se vuoi partire ti devi equipaggiare per bene. Ma la differenza la fanno le gambe.
Ho scoperto questo libro e penso che lo regalerò a mia figlia.
Perché a volte esplorare i dintorni rappresenta l’essenza stessa del viaggio.