Città in salita 3: Orvieto
O forse dovrei dire in discesa?
Eh, sì, perché se Orvieto si erge maestosa in cima a una rupe, è pure attraversata da una fitta rete di gallerie e cunicoli, che creano una città sotterranea altrettanto degna di una visita di quella di superficie.
Anche noi abbiamo dato una occhiata, curiosando in uno dei famosi pozzi, e ci siamo subito resi conti della storia millenaria che si è accumulata al di sotto della superficie “viva”, uno scrigno dei tesori che ci restituisce preziose testimonianze del passato.
Camminare attraverso i sotterranei ha un fascino tutto particolare. Non si tratta solo della luce artificiale – spesso della penombra – e del silenzio, è la storia che si respira dalle pareti e che ha lasciato misteriose impronte. Si posano i piedi con riverenza, pensando a quanti hanno calpestato lo stesso suolo. Sembra quasi di vederli, di percepire le loro emozioni, di sentire le loro speranze, paure.
Quando si risale in superficie, e si incomincia un’altra salita, si rimane colpiti dal silenzio (un aspetto che ritrovo spesso nelle piccole cittadine, in salita), dal colore (quel marrone che sembra ammantare la città, a partire dalla rupe di tufo fino ai palazzi, alle abitazioni private, ai sotterranei) e dai cambiamenti. Tanto nelle gallerie tutto è immobile quanto in superficie si scopre una città che, nonostante abbia mantenuto il suo impianto originario, ha vissuto, si è modificata e stratificata.
Ecco, allora, la piazza con il suo magnifico Duomo (che si scorge perfino dall’autostrada: presente e passato, classico e moderno, lento e veloce, tutto si mescola e si fa presenza)…
E poco distante, in un cortile interno, la libreria Parole ribelli, che non puoi andartene senza aver comprato un libro, per ricordo, e perché sono tutti belli…
E ancora case che, indecise tra salire e scendere, si affacciano sulla via
e giovani commercianti che ti confessano di sognare di volare altrove…
Come in ogni piccolo centro, qui si vivono le contraddizioni: chi ci abita vorrebbe scappare, chi è in visita rimane affascinato.
Noi abbiamo cercato di assaporare la magia mangiando i tipici umbricelli in una trattoria dai soffitti a volta e passeggiando senza meta per le strade, fino al calare della sera, quando i lampioni hanno soffuso di una luce medioevale gli angoli più silenziosi.
Abbiamo dormito al Bed and breakfast Villa degli Ulivi
e siamo rimasti delusi dalla scarsa valorizzazione della necropoli etrusca.
E se vi siete persi la visita alle prime due città in salita, andate qui e qui.