Città in salita 1: Óbidos

 Città in salita 1: Óbidos

Ho una predilezione per le cittadine in salita e, quando ne visito una, annoto il suo nome su un quaderno dalla copertina azzurra di carta riciclata. Non si tratta di una passione “stesa a tavolino”, semplicemente un giorno mi sono accorta che le scelgo.

E le scelgo perché, banalmente, dall’alto si può osservare meglio, e poi quasi tutte le cittadine inerpicate su una collina sono di origine medioevale (le si costruiva sui colli proprio per poter osservare meglio il territorio e così proteggerle più facilmente dal nemico) e io adoro le città dall’impianto medioevale con i palazzi dai muri in pietra e dai lampioni dalla luce giallastra, che di notte tingono le vie di mistero; con le mura e le porte di accesso che ti lasciano l’impressione di accedere davvero a un altro tempo, a un altro spazio; con il castello o ciò che delle sue bellezze rimane.

Ho deciso di portarvi alla scoperta di alcune di esse. Partiamo dal Portogallo.mappa

A Óbidos ci sono arrivata, senza sapere che mi avrebbe atteso una salita, grazie al Viaggio in Portogallo di José Saramago, che mi ha sedotto con le parole a lei dedicate: “Óbidos è un po’ la signorina di un tempo che è andata al ballo e aspetta che la invitino a danzare”.  

Secondo lo scrittore portoghese, la cittadina è molto impegnata a farsi ammirare dai visitatori, cui però regala scorci di grande suggestione. Io me ne sono innamorata.

Non si tratta che di una manciata di case bianche racchiuse all’interno di una cinta muraria, che risale all’occupazione mora, e sovrastate da un castello perfettamente conservato (oggi riconvertito in pousada), ma basta fare un giro sul cammino di ronda per scoprire meraviglie. Una casa dalle finestre bordate di giallo e un terrazzo dalla ringhiera finemente intagliata, un comignolo rotondo e un arco in pietra a segnare l’ingresso di un patio fiorito, una via così stretta che immagini le chiacchiere delle donne da una finestra all’altra, un cortile sorto come una promessa di piaceri tra due muri troppo vicini.buganvillea ringhiera

E poi, a dominare il tutto, il maestoso castello con torri e spalti merlati.castello

Fu fatto costruire nel XIII secolo da re Dinis, la cui moglie Isabella di Aragona aveva ricevuto la città come dono di nozze. Da quel momento la cittadina è stata appannaggio delle regine portoghesi fino al 1833. Da lì si può ammirare la suggestiva campagna, punteggiata qua e là da mulini a vento, e immaginare come poteva essere centinaia di anni fa quando Óbidos era posta a guardia del litorale. L’insabbiamento progressivo del golfo la porta oggi a ritrovarsi a una ventina di chilometri dal mare.

Scesi dalla cinta muraria, si può continuare la passeggiata lungo la via principale, Rua Direita, tra negozi di antiquariato e gallerie d’arte, o semplicemente perdendosi. Solo se ci si lascia andare si scoprono meraviglie. E qui ogni angolo è una sorpresa.

E quando vi verrà fame avrete solo l’imbarazzo della scelta. Noi, dieci anni fa, abbiamo scelto Petrarum Domus, e nella suggestiva cornice di muri e archi in pietra (da lì il nome latino – tra l’altro Óbidos fu costruita nei pressi di una antica città romana) abbiamo gustato un baccalà in crosta di pane, di cui sento ancora il sapore sul palato, e un Vinho Verde che mi diede un po’ alla testa…

Per dormire ci lasciammo intrigare da Estalagem do Convento che conserva l’atmosfera dell’antico convento di un tempo: ricordo l’ampia stanza un po’ buia e la sensazione di essere fuori dal tempo, quella che immagino si debba provare all’interno di un luogo di raccoglimento e preghiera. Dunque direi che l’intento era stato raggiunto. Solo per chi ama le pareti che trasudano storia, però.

Per tutte le informazioni riguardanti la città, potete consultare il sito: www.obidos.pt. Per pianificare un viaggio in Portogallo: www.visitportugal.com.

 

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