BookDoctor: la narrazione
Scrivere è per molti un istinto naturale. Una storia ci frulla in testa e ci viene spontaneo buttarla giù, nero su bianco. Alcuni hanno mille storie incompiute in mente, altri solo mille pensieri che non riescono a diventare una storia finché le parole non arrivano sulla pagina.
Questo non significa, però, che queste storie o queste parole in attesa di diventare una storia siano efficaci. Possono essere grammaticalmente corrette, ma da qui a essere narrativa, se non addirittura letteratura, ce ne passa.
Non è affatto un compito semplice, e non pensate che venga naturale, non a tutti.
La regola numero uno per uno scrittore o per un aspirante tale è, ovviamente, leggere. Se avete intenzione di scrivere qualcosa, quindi, che sia un romanzo o un racconto, leggete… ma con attenzione. Assimilate il ritmo che le parole segnano sulla pagina. Ogni scrittore ha il proprio, ma abituarvi ad ascoltare quello degli altri può aiutarvi a riconoscere il vostro.
Una regola ferrea dello scrivere, per me imprescindibile, è: non dirmelo, mostramelo.
Una tendenza diffusa di chi si trova ad affrontare un primo approccio con la scrittura è dilungarsi in lunghe, e spesso inutili, descrizioni, che risultano noiose e inefficaci. Descrivere situazioni o personaggi va bene, non fraintendetemi, ma la descrizione non deve essere né fine a se stessa né una scorciatoia per riassumere fatti precedenti alla vicenda o situazioni secondarie.
Quello che entra nella narrazione non può essere superfluo, deve essere essenziale all’economia della storia.
Faccio solo un breve e banale esempio della differenza tra dire e mostrare.
Dire: Luisa era una ragazza precisa, dava l’impressione di avere sempre tutto sotto controllo.
Mostrare: La definizione in cui Luisa si sarebbe sentita più a proprio agio era probabilmente “precisa”. Quando entrava in una stanza, il suo sguardo passava in rassegna ogni particolare, come uno scanner. E potevi star certo che prima o poi qualche piccolo dettaglio sarebbe stato usato contro di te.
Ora, non sarà l’esempio più efficace, ma mi pare che si possa intravedere una differenza di ritmo. Nel primo caso c’è una totale assenza di stile. Nel secondo uno stile c’è, bello o brutto che sia.
La narrazione deve essere vostra, la dovete sentire nella pancia, come prima cosa. E solo in un secondo momento la correggerete con la testa. Solo così i personaggi possono prendere vita sulla pagina e la vicenda può essere coinvolgente per chi legge. In poche parole, solo così la narrazione può essere efficace.
Commenti
Alesatoredivirgole scrive:
Ho intrapreso un “viaggio” che mi toglie tempo ed energie e, anche per questo motivo da diverso tempo non passavo di qui, o meglio da “quel” cesto dei tesori.
Ma proprio stasera … che bella sorpresa 🙂 .
Complimenti per questo nuovo percorso, un grande in bocca al lupo !!!
Cristina Cigognini scrive:
Grazie, alesatoredivirgole, è un piacere risentirti qui. Seguici, così ci sentiamo un po’ meno sole in questa nuova avventura.